Intervista D.M.

Intervista a DM, game designer

l’intervista di questa settimana é con D.M., geniale inventore di giochi.
Come di consueto, prevalentemente per lasciare al lettore la massima libertà di pensiero e di critica, non ne riveliamo l’identità.

Domanda: buongiorno
Risposta: buongiorno a lei

D: innanzitutto: cosa fa di preciso, nella vita?
R: le potrei dire che studio i sistemi e le loro possibilità di evoluzione.

D: può spiegarsi meglio?
R: diciamo che un sistema é un insieme di coecerese e dell’ambiente che le contiene.
le cose, o elementi, sono correlati tra di loro e con l’ambiente secondo alcune regole.
a seconda del comportamento dei singoli elementi, del cambiamento dell’ambiente e dello sviluppo delle regole che correlano il tutto, il sistema può assumere differenti stati.. evolvendo da uno all’altro.

D: uhm.. che tipo di “stati” può assumere un sistema?
R: semplificando al massimo, un sistema può essere in equilibrio o in disequilibrio… “in pace”, o “in tensione”.
nel primo caso tende a stare fermo, nel secondo a muoversi.
aggiungo un’altra importante caratteristica di un sistema: quella di essere aperto, o chiuso.
nel primo caso il sistema può comunicare e scambiare qualcosa con il suo esterno, nel secondo caso tutto avviene esclusivamente all’interno dell’ambiente dato.

D: molta teoria, finora.. come si aggancia tutto questo con il suo sviluppare giochi?
R: vede.. il gioco.. sta nel portare un sistema in tensione ad uno stato di pace.
per fare ciò é necessario “giocare” con il comportamento dei singoli elementi, che potrebbero essere i “protagonisti” o personaggi del gioco, con la definizione o sviluppo delle regole che li relazionano tra di loro e con l’ambiente, con il modo in cui l’ambiente cambia, con la possibilità di “aprire” un sistema chiuso, o di chiuderne uno aperto…

D: in pratica lei definisce chi sono i personaggi di un gioco, dove si trovano e cosa possono fare, quindi li mette in una situazione instabile, e poi?
R: e poi sta ai giocatori far raggiungere ai loro personaggi la situazione di stabilità.. o, come amo chiamarla, di risoluzione delle tensioni iniziali.

D: non avevo mai sentito parlare dei giochi in questi termini.
R: non troverà difficile ridurre molti giochi, ma non solo, a questa semplice strutturazione di base.

D: mi può fare un semplice esempio?
R: mi dica lei un gioco che vorrebbe analizzare…

D: uhm… gli scacchi?
R: benissimo. allora: definiamo innanzitutto l’ambiente del gioco: un piano statico, diviso in un numero fisso di posizioni.
in questo gioco l’ambiente non cambia, né può cambiare.
quindi definiamo gli elementi di base: i pezzi degli scacchi, divisi in due gruppi, i bianchi e i neri.
sono inoltre differenti per tipo: una diversa forma ne definisce il comportamento sulla scacchiera e le possibilità di interazione con gli altri pezzi (ad esempio la torre si muove solo in due direzioni e può “mangiare” qualsiasi pezzo del colore diverso dal suo, etc)
data una disposizione iniziale degli elementi sulla scacchiera, si mette in moto il gioco.. si crea quella tensione che consiste nello spingere un colore a sconfiggere il colore avversario, raggiungendo l’equilibrio con la fine della battaglia.
i giocatori prendono ovviamente le decisioni di spostamento dei pezzi, e non possono ufficialmente influire sul sistema chiuso degli scacchi.

Stefano Cecere
Stefano Cecere
Ricercatore, Sviluppatore, Educatore, Attivista, Umanista, Papà.

Ricerco, Sviluppo e Condivido nell’intersezione tra Giochi, Educazione, Tecnologie Digitali, Creatività, Filosofia e attivismo per una Politica Progressista 2050. E papà 2x

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